Spazio Biomorfico Positivizzato Opere in tecniche miste (1995-1998)
Si tratta di uno studio sulla dispercezione basato su alcuni punti chiave della teoria della gestalt, la corrente psicologica che ha rivelato le reazioni percettive nei confronti di forme apparenti.
In particolare vengono sfruttati i fenomeni di buona forma, prossimità e somiglianza per indurre lo spettatore a vedere una composizione spaziale astratta invece della figura che la genera.
In breve:
Un soggetto ben definito viene astratto fino a divenire sfondo,
mentre tutto ciò che lo circonda diventa materia viva e pulsante.
Riesci a vederlo?
Leggi la presentazione originale (1995)
Donne
Le donne sono lo sfondo della mia vita o parte integrante di essa?
Sono, quando vogliono, la cosa più morbida che conosca, così morbide che anche ciò che sta loro intorno diviene morbido; tutto ciò che desidero è rivestirle di morbidezza, così le accomodo su di un piano secondario, frementi, mentre esalto lo spazio che le circonda come se volesse possederle o essere posseduto da loro, uno spazio che prevale solo in apparenza, perché il vero soggetto dell’opera e del mio pensiero resta comunque la donna.
La donna come centro dell’universo, o forse come universo stesso, che non viene compresa, almeno non al primo impatto perché è subdola, o misteriosa, oppure è sempre al centro della nostra esistenza anche se non ce ne accorgiamo: è un cosmo che noi, per quanto sinuosi, impetuosi, leggiadri o prorompenti non riusciamo effettivamente a mettere in secondo piano.