Ah, la pittura!
Prima di dedicarmi a tempo pieno nella ricerca sull’Arte Digitale dipingevo a mano.
Pennelli e colori, tanti tipi di colori: olio, acrilico, smalti, cere…
Mi piaceva la sovrapposizione, il diverso effetto ottico di tinte apparentemente simili ma differenti nella materia di base, e quindi anche nel modo di assorbire la luce o di rifletterla.
Usavo tanti pennelli: da quelli finissimi, di martora o di cammello per le velature, a quelli cinesi in setola suina, più economici ma adattissimi per certi tratti a secco.
E poi pennellesse, rulli, spatole… tutto quello che poteva velocizzare un’action painting oppure creare un segno distintivo e immediato.
Dipingevo prevalentemente su tavola, perché mi dà un feedback più preciso tra la materia pittorica e il pennello stesso. Inoltre, con l’aiuto di qualche materiale aggiuntivo più o meno artigianale, riuscivo a controllare meglio l’assorbimento del colore.
Non mancava comunque la carta, tanti tipi di carta, da accoppiare a una tecnica piuttosto che a un’altra, e giocare con la loro simbiosi.
Molti di questi lavori non so più nemmeno dove sono: venduti, regalati, perduti in qualche trasloco.
Ma resta l’esperienza. Tutti i valori che qui sopra ho messo in grassetto li ho convertiti nel digitale, ritrovandoli in diverse tipologie di stampa, di inchiostri e di supporti e sfruttandoli per ottenere qualcosa di unico, qualcosa che ancora sto cercando.
The show must go on.