Chi apprezza l’Arte, solitamente considera il binomio Arte Applicata una brutta cosa.
Nel senso comune del termine, giustamente creatosi dagli abusi di questa disciplina, l’arte applicata è uno svilimento delle Belle Arti, un’applicazione impropria dell’estro che si ottiene riproducendo un’Opera di valore o un suo surrogato su oggetti di uso comune, spesso in grande tiratura e di valore limitato. Nel passaggio dall’Opera originale alla sua riproduzione si perdono valori fondamentali, come l’originalità, la tecnica, i materiali e, soprattutto, l’unicità.

La distinzione ha perfettamente senso quando ci rivolgiamo alle Arti Classiche, pittura in primis, dove l’apporto diretto dell’Artista è un valore aggiunto ineccepibile. Ma se affrontiamo l’argomento nell’ambito delle Arti Figurative Digitali, il discorso assume una piega un po’ diversa.

Come si può paragonare il significato simbolico e l’impatto visivo della Guernica di Picasso (quasi otto metri di lunghezza) alla sua riproduzione su una tazza da caffè?

La figurazione digitale, aldilà di ogni estrosità artistica, si è sviluppata principalmente per andare incontro a settori professionali ben più “pratici” delle Belle Arti.

I software di fotoritocco e di illustrazione sono nati per la comunicazione visiva, cioè la pubblicità, uno dei fenomeni più diffusi, redditizi e invasivi del nostro tempo.
Quelli di pittura e modellazione 3D hanno creato un nuovo tipo di cinema in quanto a scenografie ed effetti speciali, staccandosi leggermente dagli ancora più pragmatici sistemi CAD pur condividendone i motori di rendering.
Sul piano materiale, la stampa digitale è cresciuta per soddisfare le esigenze di pubblicità ed editoria, fino ad arrivare a sostituire in gran parte le tecniche di decorazione su oggetti di ogni genere, prima con finalità di marketing e poi per usi più comuni.

I principali programmi di pittura digitale messi a confronto. Come si può notare, i termini di paragone cadono spesso sulle funzioni di simulazione di tecniche “reali”.

Ma le tecnologie grafiche digitali offrono molto di più dell’uso dei template e della riproduzione a raffica. I punti di forza del digitale sono sì automazione, rapidità e precisione, ma anche versatilità e facilità nella diversificazione.

Comprendere il vero potere della diversificazione digitale, sia in creazione che in stampa, è fondamentale per non incorrere negli errori del più grande esperimento di Arte Applicata della storia, il Bauhaus. In quella fornace tedesca dei primi anni del ‘900 gli artisti erano spinti a ideare “oggetti artistici” di uso comune; ma ben presto finirono semplicemente col decorare prodotti generici, travestendoli da opere d’arte.

Questa tendenza è rimasta, ed è applicata dalla maggior parte dei siti di print-on-demand: si prende una base neutra (una maglietta, una tazza, una tappezzeria…) e ci si applica un’immagine.
Questo è facile sì, lo faccio anch’io, come puoi vedere nella sezione Gadget.
Non Arte, ma Gadget. Ci sono anche loro: sono carini, simpatici, magari anche utili. Fanno parte dell’arte applicata, ma con la a minuscola.

Sul Web si trovano diversi servizi per stampare le proprie idee su un’infinità di prodotti, da quelli utili come abiti e complementi d’arredo a quelli semplicemente divertenti come portachiavi o cover per cellulari.

Ma quello in cui credo io, l’Arte Applicata nel XXI secolo, è un’altra cosa.
La diversificazione, o meglio, la personalizzazione, con la complicità del digitale, è un’altra cosa.
Si può creare qualunque tipo di immagine.
Si può stampare su ogni materiale.
Si può creare qualcosa di unico per ogni destinatario, con un dispendio di energie, di tempo e di denaro molto inferiore a quello che era necessario un secolo fa.
Si possono concepire vere opere d’Arte originali, affidandoci ai computer per diversificare i progetti, affidandoci alla versatilità delle stampanti per adattare le opere a ogni esigenza estetica e pratica.

Si può fare la differenza.

Le lavorazioni accessorie utilizzate per la comunicazione visiva, unite alla stampa digitale, consentono di creare oggetti sempre più personalizzati.

Alcuni esempi di arte applicata per l'interior design

Paralume in stampa laser/LED su carta opalina. In collaborazione con OKI

Wallpaper in stampa latex anallergica, abitazione privata.

Pannelli artistici per atrio e ingresso dell’Università dell’Insubria (Como)

Su questi principi funziona la mia linea di Arte Applicata Ch’Art Design, nata da una ricerca sulla stampabilità dei materiali più inusuali ma che si è rivelata una combinazione di simbologia, estetica e versatilità.

I Ch’Art vengono progettati su misura quanto a colori, dimensioni, tecnica di stampa e materiali, perlopiù in pezzi unici su commissione.

Per saperne di più: Lo Stile Ch’Art