cremagnani_chart_moSalve, sono Massimo Cremagnani e sono un Artista.
Qualcuno mi conosce meglio come ricercatore, giornalistadocente o consulente aziendale. Recentemente mi diletto anche di interior design.

Possono sembrare tanti campi d’azione per un solo professionista, ma fanno tutti parte di un unico percorso di ricerca articolato e coerente, evolutosi in oltre vent’anni di studio e di attività. Vediamolo nel dettaglio.

 

L’ARTISTA

La mia ricerca sull’Arte Digitale Figurativa indaga sulle tecnologie che ne permettono l’innovazione, esplorando le diverse tecniche di creazione e produzione e, stranamente, cercando il modo di spiegarle chiaramente a tutti voi. Lo faccio per indole, per passione e, quando richiesto, anche per professione.

Qualcuno mi conosce anche come Capitolouno.
Questo appellativo mi è rimasto dai tempi dell’Accademia di Brera, dove nel 1999 presentai una tesi su etica ed estetica dell’Arte Digitale, intitolata per l’appunto “Arte Digitale Capitolo Uno“. In ambito accademico è stata la prima sull’argomento e la prima su supporto multimediale interattivo, e mi valse il punteggio massimo con tanto di lode.

  • Disegno e pittura a tempera, olio, acrilico e tecniche miste, su diversi supporti.
  • Litografia e serigrafia; scultura in creta e altri materiali.
  • Progettazione e realizzazione di scenografie teatrali.
  • Storyboard, tecnica di analisi di montaggio e impostazione tecnica cinematografica
  • Elaborazione e creazione di immagini artistiche digitali.
  • Stampa digitale a valore aggiunto per l’arte, la comunicazione e il design.
  • Fotoritocco digitale iperrealistico su base fotografica.
  • Grafica di comunicazione.
  • 2010 – Sei gradi di Arte Digitale (retrospettiva, Milano)
  • 2009 – Profondità  45 (Torino)
  • 2008 – Biennale di Postumia (Gazoldo)
  • 2007 – Versus (Figline Valdarno)
  • 2006 – Corpi Mutanti (Lonigo)
  • 2004 – ArtEvò (Milano)
  • 2002 – Dee (S.S. Giovanni)
  • 2001 – ArteExpo (Monza)
  • 2001 – Amantes (Torino);
  • 2000 – Genoma – DNA (Milano)
  • 2000 – White Carrara (Carrara)
  • 2000 – Apex Mentis 2000 (Carrara)
  • 1999 – Santi & Dee (Monza)
  • 1999 – Congresso Hewlett Packard, (Barcellona)
  • 1998 – Flesh & Fell II (Art Kiosk, Bruxelles)
  • 1998 – Salon I (Palazzo della Permanente, Milano)
  • 1996/1998 – Barbarossa (Seregno, esposizione permanente)
  • 1997 – Cafè del Sol (Barcellona)
  • 1995 – Banca Nazionale del Lavoro (Seregno)
  • 1994 – Bloom (Mezzago)
  • 1994 – Samsara (Brugherio)

IL DOCENTE

Durante gli ultimi anni di Accademia provai l’esperienza dell’insegnamento, come assistente ai corsi di Computer Grafica e Fotografia Digitale. L’esperienza si è rinnovata nel corso degli anni, come docente di Tecniche grafiche Speciali all’Accademia Santa Giulia di Brescia, all’Istituto Padre Monti di Saronno e all’Istituto Rizzoli di Milano, oltre ai diversi seminari e conferenze sull’Arte Grafica Digitale.

  • 2011/2012 – ITS Angelo Rizzoli – (Milano) – Docente di Stampa digitale
  • 2010 – NABA – (Milano): master “Stampa digitale per elementi” (con il patrocinio della Camera di Commercio di Milano).
  • 2008 – Istituto Padre Monti – Saronno (MI): “Stampa digitale” master di formazione al corpo docente.
  • 2007/2008 – Accademia Santa Giulia, Brescia: docente di tecniche grafiche avanzate e digital imaging creativo.
  • 1999 – Master Regione Lombardia: assistente ai corsi di stampa artistica di grande formato
  • 1996/1999 – Accademia di Brera: assistente e consulente per i corsi di computer painting e fotografia digitale.

Quando qualcuno ha iniziato scherzosamente a chiamarmi Capitolouno per via della tesi, decisi di tenerlo come nom de plume. In fondo, i miei progetti più ambiziosi sono sempre dei nuovi inizi. Non solo mi piace esplorare nuovi intrecci artistici, ma analizzo le cause che li rendono innovativi e originali, così da poter tracciare una linea di base dalla quale si possa proseguire, da soli o in compagnia.

E il logo? Da dove nasce questo bizzarro asimmetrico ghirigoro? Beh, l’immagine qui sotto vale più di mille parole.

Logo Capitolouno

Nascita ed evoluzione del logo Capitolouno. Ebbene sì, negli anni ‘9o portavo i baffi a elica.

IL GIORNALISTA (e Autore)

Insomma, Capitolouno è rimasto. Anche perché quella tesi non è stato l’unico “primo capitolo” in cui mi sono cimentato.
Ad esempio, già nel’ 98 avevo creato Computerarte?, la prima rubrica italiana di Arte Digitale per la rivista Computer Graphics & Publishing, di cui qui è possibile vedere alcuni esempi. Il punto di domanda è stato messo proprio a per sottolineare la ricerca, l’indagine, il dubbio se l’Arte Digitale esistesse e/o avesse senso di esistere.
Qui pubblicai il mio primo Manifesto dell’Arte Digitale, evolutosi in seguito nella più completa opera Manifesto Amplificato dell’Arte Digitale Figurativa, in cui evidenziavo in un decalogo volutamente aulico cosa può e cosa non può essere considerato Arte Digitale.

Come giornalista ho avuto a disposizione notizie di prima mano e strumenti software e hardware di ogni genere, con i quali ho continuato a sperimentare in prima persona, in maniera apolitica e slegata dai tradizionali canoni produttivi.
Anche dopo la chiusura di quell’amabile rivista ho continuato la ricerca, collaborando con altre testate come Graphicus e Pubblitec.

  • 2012: Ricerca su stampabilità e design con materiali innovativi per Pubblitec e Allestire
  • 2008/2012: Ricerca e realizzazione del libro Stampa digitale Capitolo Uno.
  • 2006/2008: Pubblicazioni su Linea Grafica, Selezione Tessile, Prima Copia.
  • 2006: Curatore per il settore digital imaging e pubblicazioni su Italia Grafica.
  • 2004/2006: Pubblicazioni e contributi editoriali su Computer Arts.
  • 2002/2006: Curatore per il settore digital imaging e pubblicazioni su Graphicus.
  • 2002/2004: Pubblicazioni su FotoComputer e PcUpgrade.
  • 2001/2002: Pubblicazioni su Graph Creative e Rassegna Grafica.
  • 1998/2000: Redazione arte e pubblicazioni digital imaging per Computer Graphics & Publishing

Cosa ho scritto?

  • Articoli riguardanti la teoria etico-estetico-storica dell’arte digitale.
  • Analisi e critica d’arte.
  • Analisi software grafici e attrezzature per la figurazione digitale.
  • Sperimentazioni avanzate su stampanti digitali con diverse tecnologie, inchiostri e supporti.
  • Recensione e critica propedeutica di manualistica sul digital imaging.
  • Ideazione e consulenza creativa editoriale.

IL RICERCATORE

Testando ex novo ogni sorta di tecnologie e materiali che richiedevano e promettevano più di quanto fosse esplicitamente dichiarato, mi resi conto che i metodi di valutazione disponibili non erano sufficienti. Creai così il primo test di stampa percettivo, denominato Elite PrinTest, tramite il quale è possibile identificare i valori pratici ed estetici in ogni situazione di stampa, ben oltre la semplice quadricromia o la comunissima carta patinata.

Le tavole Elite PrinTest utilizzano, oltre a elementi classici come font, linee e campioni colore, i miei dipinti digitali. La presenza di infinite formule di tratto digitale, di sfumature di ogni genere, di forti contrasti e di azzardate sovrapposizioni, la stampa viene messa a dura prova.
A differenza dei test più classici, l’impressione visiva deve continuare a colpire l’osservatore, con una fedeltà comunicativa maggiore rispetto al solo giudizio su risoluzione e coerenza cromatica.

Elite PrinTest ha permesso a molte stampanti di andare oltre i limiti previsti e, in alcuni casi, di evidenziare caratteristiche di stampa inaspettate che sono poi state utilizzate come valore aggiunto.

In seguito affrontai altre sfide come l’esplorazione di nuove formule visive in stampa laser abbinata a carte speciali e, in campo inkjet, la realizzazione di opere su ogni genere di materiale.

IL CONSULENTE

Per evolvere le Arti Classiche in Arti Digitali mi lasciai coinvolgere da teorie e strumenti creati per altri scopi, come la grafica, l’editoria e la comunicazione visiva. Questo percorso poliedrico mi portò ad affrontare diverse esperienze professionali, tra cui la scenografia teatrale, il packaging, il branding. Collaborando con aziende e agenzie appresi anche i processi di filiera nei diversi settori della comunicazione. Per mettere tutto in mostra mi è toccato apprendere anche un po’ di Web design.

  • 2010 – Rena (Rete per l’Eccellenza Nazionale): logo restyling
  • 2008/2009: Arscolor Srl (Milano): consulenza per ricerca e sviluppo su stampa digitale a valore aggiunto, stampa d’arte, comunicazione visiva, approvvigionamento di tecnologie e materiali .
  • 2005 – Scenografie per la compagnia teatrale Palcobaleno: “La Signora Papillon” (S. Benni).
  • 2004 – Tetrapak: layout di stampa e di presentazione nuovi packaging.
  • 2002 – Natuzzi: immagini scenografiche per Salone del Mobile (Milano).
  • 2001 – Chanel: riproduzione in stampa laser di campionario smalti cangianti maquillage.
  • 2000 – Baldini & Castoldi: copertina per McDonalds, una storia italiana.
  • 1996 – Scenografie per la compagnia teatrale Facile a Dirsi: “Pulp” (Bukowsky).
  • 1994 – Scenografie per la compagnia teatrale Facile a Dirsi: “La cantatrice calva” (Ionesco).

Nel 2008, dopo più di dieci anni di ricerca focalizzata sulla stampa digitale, era il momento di tirare le fila. Mi dedicai così alla realizzazione di Stampa Digitale Capitolo Uno, il primo testo in assoluto in grado di presentare tutte le informazioni utili all’uso quotidiano, alla comprensione estetica e agli innumerevoli fini professionali di ogni forma di stampa digitale.

Anche dal punto di vista prettamente Artistico, tanti anni di ricerca avevano lasciato il segno. Dopo essere passato dal fotoritocco realistico alla manipolazione estrema, dalla pittura classica a quella digitale, dalla stampa fotografica ai più sofisticati effetti visivi con materiali inusuali e colori fuori gamma, decisi di togliere tutto ciò che ormai mi sembrava superfluo.

Senza figurazione, senza fotografia, senza acquisizione di immagini ma solo generando colori e forme al computer nacque Ch’Art, lo Zero Assoluto dell’Arte Digitale.

(L’Artista e) L’INTERIOR DESIGNER

Come molte innovazioni, anche Ch’Art nacque quasi per caso. Ancora una volta dovevo effettuare dei test di stampa, e il punto di partenza erano sempre le solite, tristi, monotone tavolozze colore, quelle coi quadratini colorati identificati dalla loro corrispondenza di quadricromia.
Presi queste tavolozze e le misi in un frullatore virtuale alla minima velocità, fermandomi quando il mio subconscio, grazie all’educazione artistica e alla pareidolia, apprezzava il risultato. La mia vecchia e sempiterna passione per il surrealismo stava tornando a galla.

I Ch’Art non hanno forma se non gli viene attribuita dall’osservatore. Possono avere tutti i colori del mondo, ma solo la disposizione semi-casuale ne glorifica l’effetto estetico, un po’ come l’arte astratta della metà del secolo scorso, ma interamente digitale. E siccome digitale significa versatilità, e visto che i risultati iniziavano ad affascinare un pubblico sempre più eterogeneo come avvenne con la pop-art, seguii l’onda del digitale: automazione e versatilità, adattamento all’utente come dicono i geek.

Ch’Art non è sempre Arte pura, ma si esprime al meglio come Arte Applicata.
Ma a differenza dei principi di massificazione dell’Arte sviluppati nel Bauhaus, in cui si trattava di raffinare progetti per una catena di montaggio in grado di sfornare “prodotti artistici” tutti uguali, la missione di oggi è la diversificazione assoluta.

Così, pur senza trascurare le mie altre iniziative artistiche, didattiche e filosofiche, oggi sono qui a proporre complementi di arredo unici ed estremamente personalizzati, disegnati su misura e seguendo i gusti e le necessità del committente: rivestimenti murali o per mobili, pannelli decorativi, tessuti, abbigliamento e quant’altro le tecnologie digitali mi permettano di realizzare.

La missione di oggi è la diversificazione assoluta

In un mondo dominato dall’informatica, una tecnologia che si occupa di automatizzare e risolvere con precisione ogni genere di processo produttivo, il compito dell’Artista contemporaneo è il reinserimento dei concetti di Originalità e di Estetica personalizzata e personalizzabile, di cancellare il dominio della copia in favore di una prolifica evoluzione del gusto individuale.

Ringrazio chiunque vorrà accompagnarmi in questa nuova avventura.

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